Borrelia

Al genere Borrelia appartengono batteri microaerofili gram negativi che presentano una forma a
spirale. La Borrelia è l’agente eziologico della malattia nota come borreliosi o malattia di Lyme, le
principali specie patogene per l’uomo sono B. afzelii, B. burgdorferi e B. garinii, nella maggior parte
dei casi trasmesse a seguito del morso di zecche infette (prevalentemente appartenenti al genere
Ixodes) oppure tramite altri insetti vettori, quali tafani o pidocchi.

La malattia di Lyme è l’infezione trasmessa da zecche più diffusa nell’emisfero settentrionale
(America del Nord, Europa e Asia). Secondo i dati raccolti nella Circolare del Ministero della Sanità
n. 10 del 13 luglio 2000, nel periodo 1992-1998 si sarebbero verificati, in Italia, circa un migliaio di
casi di borreliosi. Le Regioni maggiormente interessate sono il Friuli Venezia Giulia, la Liguria, il
Veneto, l’Emilia Romagna, il Trentino Alto Adige (Provincia autonoma di Trento), mentre nelle
Regioni centro meridionali e nelle isole le segnalazioni risultano sporadiche.

La malattia varia a seconda della specie di Borrelia e gli organi interessati dall’infezione. La
borreliosi si può manifestare con disturbi dermatologici, neurologici o sistemici. Il primo sintomo
può essere un arrossamento localizzato nel sito della puntura, che si manifesta dopo pochi giorni o
dopo alcune settimane dal contatto con il vettore, che si estende nel tempo (eritema migrante).
L’eritema è spesso accompagnato da sintomi influenzali come febbre, brividi, cefalea e vomito. La
fase avanzata della malattia è caratterizzata da manifestazioni neurologiche (es. paresi facciale),
cardiache (es. miocardite) e reumatologiche (es. artrite), che possono manifestarsi dopo
settimane, mesi o addirittura anni.

La diagnosi della malattia di Lyme si basa sull’anamnesi del paziente, i rilievi clinici e la
determinazione degli anticorpi diretti contro gli antigeni della Borrelia. Nei casi di sospetta
neuroborreliosi si procede con la ricerca degli anticorpi specifici diretti contro la Borrelia mediante
l’analisi in parallelo di un campione di liquido cefalorachidiano/siero.

Un trattamento precoce con antibiotico dopo il morso della zecca può prevenire l’infezione da
Borrelia. Se l’infezione non viene riconosciuta o trattata appropriatamente con doxiciclina o
ceftriaxone può provocare disabilità permanenti.